Due anni fa, alla fine di aprile del 2019, era stato eletto in maniera trionfale. Petro Poroshenko, il presidente insediatosi nel 2014 appena dopo il cambio di regime a Kiev e l’avvio della guerra nel Donbass, era stato spazzato via senza troppi complimenti e rimpianti, travolto dall’ondata di quello che sembrava il salvatore della patria e invece si è rivelato il più classico dei populisti, nemmeno tanto “gentile”, come qualche osservatore un po’ troppo ottimista l’aveva definito all’inizio della sua carriera politica: Volodymyr Zelensky, giunto alla politica dal cabaret televisivo, protagonista di una serie (Servitore del popolo) in cui recitava la parte di un capo di Stato sui generis, è naufragato alla prova dei fatti. Continua su Tag43.it