La curva delle valute di Russia, Ucraina, Kazakhstan e Bielorussia flette verso il basso, dove più e dove meno. Questa fragilità annacqua il potenziale dell'Unione eurasiatica, il progetto strategico, volto a creare un mercato unico dell'ex Urss, che tanto piace a Putin. Non è scontato che mettendo insieme economie deboli ne esca una forte.
(Scritto per Linkiesta)

di Stefano Grazioli
Il ritorno in grande stile di Mosca sul palcoscenico internazionale avrà pure buon esito a Sochi, dove la grandezza della Russia si celebra secondo il narcisismo di Putin. Ma non regge proprio su fondamenta granitiche. Perché al di là delle Olimpiadi - disegno politico-sportivo che tra qualche giorno sarà consegnato alla Storia - i piani di rinascita del Cremlino passano attraverso altri progetti, primo fra tutti quello dell’Unione euroasiatica, alleanza economica tra varie repubbliche dell’ex Unione Sovietica che dovrebbe partire in pompa magna all’inizio del prossimo anno. Ma i sogni del Cremlino rischiano di scontrarsi con la realtà.

(Banca centrale ucraina)
L’idea putiniana di creare un grande spazio economico postsovietico che sotto l’ombrello di Mosca faccia da contrappeso a Bruxelles ha iniziato a concretizzarsi due anni fa, quando nel gennaio 2012 si è aperto lo spazio economico comune (Ces) dell’Unione Doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Il grande balzo dovrebbe arrivare nel 2015 con la partenza vera e propria della Eau (Unione Economica Euroasiatica), che al momento vede come membri le tre ex repubbliche della Ces, altre tre candidate (Armenia, Kirghizistan e Tagikistan), e una con lo status di osservatore, ossia l’Ucraina. Potenzialmente si tratta di un mercato di 230 milioni di abitanti, poco più della metà dell’Unione europea su una superficie cinque volte più grande.
Il problema per Putin è che mettendo insieme una mezza dozzina di economie deboli è difficile che ne esca una forte. Almeno sul breve periodo e soprattutto alle condizioni attuali. Sono molti infatti i punti interrogativi, economico-finanziari e politici, che pesano sul progetto dell’Unione euroasiatica e che in queste settimane sono stati evidenziati dalle turbolenze che hanno scosso i mercati e i sistemi valutari di Ucraina e Kazakistan, ma non solo.
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