Berlino apre al fracking. Varsavia punta a dare ancora più impulso al settore. Entrambe guardano con interesse all'import di gas americano. La crisi ucraina ridisegna gli scenari energetici a Est.
(Scritto per Europa)

di Pierluigi Mennitti e Matteo Tacconi
La crisi ucraina sfonda il fronte energetico. Mosca cerca di esportare il suo gas in Cina. L'Europa punta a diversificare, dal momento che la dipendenza dagli approvvigionamenti russi è molto alta.
Si punta soprattutto sullo shale gas, ottenuto tramite il contestato processo della frattura idraulica. Giocando su due piani. Da una parte le esplorazioni sul proprio territorio nazionale. Dall'altra l'import dall'America, dove com'è noto è in corso una vera e propria rivoluzione energetica trainata dal gas di scisto.
Sul quotidiano Europa abbiamo pubblicato due articoli. L'uno sulla Germania e l'altro sulla Polonia, due paesi che per stazza e dipendenza energetica da Mosca rappresentano a loro modo dei casi scuola. L'appetito per la diversificazione sale. Ma non tutto è così semplice. Di seguito i link agli articoli.
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