Dall'allenza con Yanukovich al sostegno accordato a Poroshenko, che dovrebbe diventare il prossimo capo di stato. Dai primi passi nel settore alimentare, alla scalata all'energia. I legami sospetti con gli ambienti criminali. L'arresto recente a Vienna. Profilo di Dmytro Firtash, uomo sempre presente negli intrighi ucraini.
(Scritto per Il Manifesto)

di Matteo Tacconi
Dmytro Firtash non è il più ricco tra gli oligarchi ucraini, ma in s’è ritagliato grandi margini di manovra. La sua è una presenza costante, nella gestione degli equilibri politico-economici a Kiev. Seguirne le mosse aiuta a capire le dinamiche in corso nell’ex repubblica sovietica. Nella crisi che sta incrinando la fragile stabilità del paese il suo nome non ha tardato a balzare in testa alle cronache.

secondo il Fmi: non si azzardano previsioni
Firtash ha sempre perorato la causa dell’unità nazionale. In linea con tutti gli altri suoi pari. Agli oligarchi fa comodo un’Ucraina equidistante dall’Europa e dalla Russia o integrata nello spazio europeo e capace di fare buoni affari con il vicino orientale. Il concetto è stato espresso ancora una volta nelle ultime ore, con un intervento sul Kyiv Post. Il magnate s’è augurato che l’Ucraina possa diventare «la Svizzera dell’Eurasia». Firtash da due mesi è a Vienna, arrestato dalla polizia austriaca il 12 marzo dopo mandato di cattura emesso dalle autorità americane. Da tempo sospettato di legami con la mafia russa, ha ammesso che il suo ingresso nel settore del gas avvenne anche grazie alla sponda di personaggi poco raccomandabili. Uno di questi sarebbe Mogilevich, potente capomafia russo-ucraino, di origini ebraiche. Il mandato di cattura non arriva però a coprire le vicende legate all’ascesa di Firtash, ma si concentra su un investimento sospetto in India nel 2006.
In questo gli analisti hanno visto un avvertimento, sostenendo che Washington, facendogli sentire il fiato sul collo ma senza esagerare, ha voluto spaventare Firtash e indurlo a usare le sue leve in funzione dell’unità dell’Ucraina, nella consapevolezza che a Kiev i giochi si fanno anche con i tycoon. Una settimana dopo l’arresto di Firtash, Klitschko ha deciso di non correre alle presidenziali e «regalare» a Poroshenko i suoi voti (e non sono pochi). C’è chi ha visto lo zampino di Firtash.
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