Angela Merkel sui luoghi colpiti dalle alluvioni, arrivate come nel 2002 alla vigilia delle elezioni. Allora Schroeder gestì alla grande l'emergenza e vinse.

(Tkbent, da Flickr)
di Matteo Tacconi
La cancelliera Angela Merkel ha appena visitato le aree della Germania inondate dalla piena dei fiumi, ingrossati dalla pioggia copiosa dei giorni scorsi. Sud, est e sudest del paese sono stati travolti dalle acque. Passau, in Baviera, a due passi dal confine con l’Austria, è la città più martellata. Il livello della grande alluvione del 1954 è stato raggiunto e superato.
La situazione potrebbe divenire simile, nelle prossime ore, anche più a settentrione, in Turingia e Sassonia. Il livello delle acque si sta alzando e a Dresda, capoluogo sassone, si teme che l’Elba, trascinandosi dietro la zavorra d’acqua proveniente dalla vicina Repubblica ceca, porti una situazione analoga a quella dell’agosto del 2002, quando Dresda fu la città fu violentemente percossa dalle possenti inondazioni che si registrarono in Germania. Subì notevoli danni economici e architettonici.
La memoria corre a quei fatti non solo tramite il prisma dell’emergenza. È che i sopralluoghi odierni della Merkel sono stati accostati a quelli compiuti da Gerhard Schroeder nel 2002. L’ex cancelliere, fornendo una risposta tempestiva alle inondazioni nelle regioni orientali del paese, mettendoci faccia e portafogli, riuscì clamorosamente, per un pugno di preferenze, a vincere le elezioni di settembre, quando tutti i sondaggi davano la vittoria a Edmund Stoiber, capo dei Cristiano-sociali bavaresi (Csu) e candidato conservatore al cancellierato.
La risposta messa in campo dal governo, composto dalla Spd e dai Verdi, fu formidabile: 5mila militari mobilitati e 392 milioni di euro stanziati, la più grossa somma mai stanziata nella storia tedesca in relazione a uno stato di calamità.
Gli studiosi Jens Hainmueller e Michael Bechtel, rispettivamente in forza al Mit di Boston e all’università di San Gallo, in Svizzera, hanno realizzato una ricerca da cui emerge che la coalizione rosso-verde riuscì a guadagnare sette punti percentuali nelle zone alluvionate – in pratica ogni voto “costò” 50mila euro – e la gratitudine maturata nelle regioni colpite dalla foga dell’Elba si tradusse in consenso duraturo, evaporato solamente, stando alla ricerca di Hainmueller e Bechtel, intorno al 2009.
Ora, il caso vuole che pure stavolta le esondazioni siano arrivate a ridosso di un’elezione generale: quella del 22 settembre. Il paragone tra Schroeder e Merkel può anche starci, ma il parallelo tra il 2002 e il 2013 non è così rigido. Innanzitutto, la bundeskanzlerin viaggia spedita nei sondaggi. I suoi cristiano-democratici (Cdu) e i cristiano sociali sono al 40 per cento, la Spd è di una dozzina di punti indietro. Merkel dovrebbe dunque guadagnarsi con relativa tranquillità il terzo mandato, a meno che i liberali, suoi alleati nella legislatura che sta terminando, non riescano a oltrepassare lo sbarramento al 5 per cento. Ma dovrebbero farcela, a quanto pare. La cancelliera non deve rimontare, come Schroeder. Se mai si tratta di gestire il vantaggio.
Questo non significa che ci si debba cullare. Merkel, che a Passau ha incontrato gli operatori – pompieri, soldati, volontari – che si stanno prodigando in questi difficili momenti, ha promesso lo stanziamento di cento milioni di euro, metà messi da Berlino e l’altra dalle autorità della Baviera. Assicurerà fondi anche in Sassonia, Turingia e ovunque ce ne sarà bisogno. Perché alla fine, come fu nel 2002, a fare la differenza sono i soldi e i tempi con cui vengono messi a disposizione.
Qui, nei tempi, potrebbe annidarsi il rischio. Perché se tra le alluvioni e il voto del 2002 passò appena un mese e la riscossa di Schroeder fu dettata prevalentemente da fattori emotivi (la prontezza e le promesse di fondi – fondi che poi giunsero puntuali), la Merkel ha davanti a sé altri tre mesi abbondanti e c’è modo di valutare, algebricamente, gli sforzi del governo per fronteggiare un disastro che, contrariamente a quanto sembrava sulle prime, rischia di raggiungere i livelli di quello di undici anni fa.